La psicoterapia rogersiana

Nell’approccio centrato sulla persona, secondo le stesse considerazioni rogersiane, si evitano accuratamente vecchie tecniche come comandare e proibire, suggestionare, consigliare, persuadere, interpretare, dare consigli. A tali modalità Rogers contrappone che, innanzitutto, il nodo focale è l’individuo, non il problema. Lo scopo non è quello di risolvere un problema particolare, ma di aiutare l’individuo a crescere perché possa affrontare sia il problema attuale, sia quelli successivi in maniera più integrata.

In secondo luogo se l’obiettivo è quello di far crescere la persona, essa dovrà imparare a prendere in mano la propria vita, e, senza abbandonarsi alla scorciatoia dei consigli e suggerimenti,  dovrà  imparare a prendere la via dell’autoesplorazione, dell’autocomprensione, della scelta, al fine di approdare alla méta dell’autorealizzazione.

Ricordando che spesso il disagio psichico altro non è che un blocco della tendenza attualizzante operato da un ambiente frenante o paralizzante ne consegue che  il compito del terapeuta rogersiano è anche quello di ricreare questa naturale spinta alla crescita della persona riattivando un clima facilitante in cui essa, sentendosi capita, accettata e non giudicata, trovi il coraggio di rimettersi in contatto profondo con se stessa e con le sue parti difficili da esplorare.

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