Logoterapia e Analisi Esistenziale

L’experimentum crucis  di Frankl vissuto in quattro campi di sterminio nazisti (ove perse l’intera famiglia) si è rivelato la verifica personale delle sue teorizzazioni: anche in situazioni-limite l’uomo può non soccombere alla sofferenza, a patto che riesca a conferirle un significato. Nel suo straordinario libro-testimonianza, Uno Psicologo nei lager (Ares Edizioni), così egli si pronuncia: “ Da moltissimo tempo non ci chiedevamo quale fosse il senso della vita, nella formulazione ingenua del problema di chi pensa solo alla realizzazione di uno scopo, producendo qualcosa di creativo. A noi premeva di ricercare il senso del’esistenza come di un tutto che comprende anche la morte e non garantisce solo  il senso della ‘vita’ ma anche il senso della sofferenza e della morte: per questo abbiamo lottato!” (Uno psicologo nei lager, p. 132) e ancora: “La sofferenza, in qualche modo, fa parte della vita –proprio come il destino e la morte. Solo con miseria  e morte l’esistenza umana è completa! Dal modo in cui un uomo accetta il suo ineluttabile destino e con questo destino tutta la sofferenza che gli viene inflitta, dal modo in cui un uomo prende su di sé la sofferenza come la sua ‘croce’, sorgono infinite possibilità di attribuire un significato alla vita, anche nei momenti più difficili, fino all’ultimo atto di esistenza. A seconda se uno resta coraggioso e forte, dignitoso e altruista, o se dimentica di essere un uomo nella spietata lotta per sopravvivere e diventa in tutto e per tutto l’animale d’un gregge – alla quale la psicologia dell’internato ha fatto pensare – a seconda di ciò che accade, l’uomo realizza o perde i possibili valori morali che la sua dolorosa situazione e il suo duro destino gli consentono, e, a seconda dei casi, è ‘degno del suo tormento’ (cfr. Dostojewski, nda) o non lo è” (idem, p.117).

È per questo motivo che l’approccio frankliano, sposando un’antropologia tridimensionale, riesce a rispondere a tutti i bisogni dell’essere umano, evitando quel riduzionismo spesso presente in tutti quei modelli psicoterapeutici che depauperano l’uomo della dimensione spirituale che, invece, lo caratterizza.

“La logoterapia si propone di far sentire agli uomini la loro responsabilità di fronte al concreto compito cui sono chiamati, dicendo loro che, quanto più sentiranno la vita come compito, tanto più essa apparirà loro come significativa. Chi non è consapevole di questo dovere, accetta la vita come puro e semplice fatto; chi lo conosce, l’assume come consegna” (Frankl, Logoterapia e Analisi Esistenziale, p. 95).

Pagina 1 2 3